Chiesa di S.Siro
Giuseppe Martinola nel suo “Inventario d’arte del Mendrisiotto” descrive così la chiesa di S.Siro:
Edificio antico, ripetutamente trasformato nei secoli XVII-XIX. Facciata a due ordini, una navata con quattro cappelle minori (ma due altrimenti utilizzate), presbiterio quadrato e coro in emiciclo. Adiacente alla chiesa, a s., campanile, con retrostante corridoio.
L’antica chiesa è menzionata nel 1579. Nel 1582 il provisitatore richiamava i terrieri all’obbligo di soddisfare a prescrizioni precedenti: fare “la sofita overo inpianelata sotto il tetto” e tener serrata la chiesa “per esser lontana dalla terra” e cioè insulata.
Dalla visita Torriani, 1671, sappiamo che la chiesa (che dal 1649 si era separata da Caneggio, vedi tabella in sagrestia con l’elenco dei parroci) era a tre navate, soffitta, con due cappelle e tre altari. La maggiore era dipinta, con balaustrata di legno, e icona su tela (superstite). La minore, del Rosario, detta “nuova” era stuccata, con statua della Madonna (esistente) in nicchia colonnata, due statue laterali di stucco (forse le esistenti) e con i Misteri (esistenti) affrescati sulla volta. Il terzo altare, ma non ancora in cappella, era dedicato a S.Giovanni Battista con icona su tela (scomparsa). La sagrestia (distrutta) era posta a nord, in facciata (rifatta) era dipinto il Titolare, il campanile, non alto, era qualificato “antico”. Dalla chiesa descritta dal Torriani è superstite la cappella del Rosario. Poco dopo, ma non sappiamo quando, la chiesa subì un primo ingrandimento, documentato dalle quattro cappelle attuali (di cui due altrimenti usate coi restauri). Questo corpo fu prolungato verso la facciata nel 1748. La facciata fu ornata nel 1765. Un ultimo ingrandimento la chiesa subì con Simone Cantoni, non sappiamo in quale anno preciso, con l’aggiunta del presbiterio, del coro e della sagrestia ottagonale retrostante. Già però era stato modificato, o ricostruito, il campanile fin dal 1742 ed era stato aggiunto un corridoio coperto, con ingresso laterale (un altro, subito dopo il risvolto della facciata). La giunzione del corpo cantoniano alla navata è nettamente denunciato dal cornicione lievemente più alto, dal capitello tagliato dall’ultima lesena, dal tipo diverso dei capitelli (classici quelli cantoni ani, barocchi quelli antecedenti). Il coro progettato dal Cantoni è in emiciclo, e fra due colonne fu sistemata l’antica pala dell’altare maggiore. Il Cantoni diede cinque progetti di trasformazione totale dell’edificio, uno solo fu eseguito e parzialmente e con qualche semplificazione.